Il Foglia Tonda: Orgoglio italiano

Siamo a Siena. È il 1877 quando Giuseppe Di Rovasenda, uno dei massimi esperti di vino dell’epoca, scopre un vitigno fino ad allora sconosciuto: il Foglia Tonda, che prende il nome dalle caratteristiche delle sue foglie. È nascosto nella natura del Castello di Brolio e timidamente fa capolino.

Menzionato anche nel suo Saggio per una ampelografia universale, per lungo tempo è impiegato nella produzione vinicola ma, come altri vitigni, viene poi messo da parte a vantaggio di varietà più facili da produrre e con un mercato più redditizio, che ne minacciano a lungo l’esistenza.

A distanza di quasi due secoli, il Foglia Tonda è tornato a guadagnarsi un posto d’onore tra le nuove generazioni di viticoltori, curiosi di impiegarlo nelle produzioni contemporanee di vino toscano.

Dal passato una lezione per il futuro

Può un vino essere troppo produttivo? Ebbene sì. E proprio questa sua estrema fecondità ha rappresentato un limite per il Foglia Tonda che, se non controllato, non permetteva ai grappoli di completare la maturazione. La produzione vinicola veniva così compromessa, condizionata da un’unica vendemmia di uve non mature che intaccavano la qualità del prodotto finale.

Oggi, però, sembra essersi trovata una soluzione a questa sua curiosa caratteristica. Prende il nome di vendemmia verde, una tecnica che consiste nell’eliminare dalla pianta i grappoli in eccesso quando sono ancora verdi. In questo modo si evita la dispersione di energia e il vitigno può portare a termine la maturazione dei frutti ancora presenti, con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio vegetativo e migliorare la qualità dell’uva.

Grazie a questa introduzione, le coltivazioni di Foglia Tonda stanno prendendo di nuovo piede in Toscana e stanno dimostrando grande adattabilità al terreno e resistenza alle minacce esterne, come i parassiti.

Una volta trasformato in vino, il Foglia Tonda mostra tutta la sua personalità sia in purezza, sia assemblato ad altri vitigni, come il Sangiovese. Le sue caratteristiche organolettiche sono ben precise: il vino risulta di colore rosso rubino (prodotto dalla pigmentazione profonda delle sue uve), al palato è corposo e ha sentori floreali e fruttati. Ottimo da lasciare invecchiare, sia in legno che nelle anfore di terracotta.

Mai come ora bisogna tornare alle origini del nostro Paese per guardare avanti. Valorizzare le tradizioni, a partire dai vitigni minori, può essere un buon modo per far conoscere il passato e prepararsi ad affrontare il futuro.

Il Foglia Tonda ha quindi trovato nuova vita, come racconta l’azienda “Mannucci Droandi”, realtà toscana di Baccominore. Pronti a scoprire nuovi sapori?

Magazine

Ultime News

Spedizione gratuita in tutta Italia oltre 69.90€
Carrello